Penne ai Capperi di Pantelleria |
Con EXPO
ospitiamo il Mondo in Italia. Milano, cuore affaticato della nostra
economia, farà gli onori di casa. Non tollero chi sputa nel piatto
in cui mangia e continua a parlare male di EXPO e dell'Italia.
Siciliani mafiosi e milanesi ladri sono stereotipi utilizzati per produrre cattiva pubblicità e fiction di bassa lega. Fare chiacchiera sui disonesti non serve a nessuno, tanto meno serve alla crescita economica, piuttosto guardiamo al passato.
Siciliani mafiosi e milanesi ladri sono stereotipi utilizzati per produrre cattiva pubblicità e fiction di bassa lega. Fare chiacchiera sui disonesti non serve a nessuno, tanto meno serve alla crescita economica, piuttosto guardiamo al passato.
Milano e Torino sono state le
principali città che nel dopoguerra ospitarono milioni di emigrati,
affamati dal latifondo, dal gattopardismo e dalla indolenza di chi si
sarebbe dovuto fare custode delle ricchezze del sud. Vennero
deturpate le coste, le campagne diventarono incolte, mentre le
politiche agricole per decenni hanno alimentato gattopardismo,
indolenza, dando ricchezza al potere arrogante. Nello scrigno del
Sud Italia ci sono meno perle di quante ce ne sarebbero potute
essere. In ogni caso, è inutile “piangere sul latte versato”,
dobbiamo vivere il presente con lo sguardo rivolto al futuro. Il
futuro è il Mondo, con tutte le contraddizioni, i difetti, le
brutture che noi esseri umani imperfetti sappiamo metterci dentro con
paranoica follia, pensando di diventare ricchi, potenti, invincibili.
Chi sputa nel piatto in cui mangia deve necessariamente tenere lo
sguardo basso e con lo sguardo basso non si va avanti. Alzare lo
sguardo, guardare al Mondo e cogliere l'opportunità di un evento
come EXPO che, con tutte le brutture che noi piccolissimi esseri
imperfetti sappiamo creare, rende Milano, vecchia e affranta capitale
economica italiana, padrona di casa del Mondo e la casa che accoglie non è
semplicemente Milano, ma la nostra Italia. Ad oggi sono stati
venduti quasi otto milioni di biglietti di cui un milione ai cinesi qualcosa vorrà dire. Chi tiene lo sguardo alto rivolto al
Mondo vede e vedrà. Gli altri, quelli con lo sguardo basso, incapaci di
fare anche una piccolissima azione, continueranno a sputare nel piatto
in cui mangiano, discutendo dei difetti e delle brutture
dell'Italia e degli italiani, loro esclusi s'intende. I temi di EXPO sono importanti,
sprechiamo e non rispettiamo il cibo, troppi sono concentrati a sputare nel piatto in cui mangiano e non riflettono che così
facendo il futuro non avrà più sogni.
I capperi di Pantelleria ed il Radicchio trevigiano mi ricordano che dalle Alpi l'Italia si estende a sud oltre Tunisi, una diversità che è ricchezza da tramandare. Dopo
questo sfogo ecco due pastasciutte facilissime e rapidissime
dedicate a chi non ha tempo da perdere con le chiacchiere e tiene lo
sguardo nel piatto, non per sputarci dentro, ma per cogliere i sapori
delle prelibatezze italiane...EXPO compreso.
Penne ai
capperi di Pantelleria
penne 160 gr – polpa di pomodori pelati gr 300 – un cucchiaio di capperi sotto sale di Favignana – aglio rosso di Nubia – prezzemolo - olio extravergine d'oliva – sale
penne 160 gr – polpa di pomodori pelati gr 300 – un cucchiaio di capperi sotto sale di Favignana – aglio rosso di Nubia – prezzemolo - olio extravergine d'oliva – sale
Pelate i
pomodori (o usate quelli in conserva) e fateli andare in padella con
uno spicchio d'aglio (senza sale!), quando il sugo si è leggermente
addensato aggiungere i capperi (lasciandoli con il loro sale) e
continuare a cuocere lentamente mescolando di tanto il tanto, per
alcuni minuti. Mettere a cuocere le penne. Preparare un trito sottile
di prezzemolo, uno spicchio d'aglio ed un pizzico di sale. Scolare le
penne al dente, saltarle in padella per far sì che prendano bene il
sugo, aggiungere il trito di prezzemolo ed aglio, mescolare e
servire.
Fusilli
al radicchio rosso di Treviso e provola affumicata delle Madonie (3-4
persone)
fusilli gr. 250 - radicchio rosso di Treviso gr. 400 – provola affumicata delle Madonie gr 200– aglio – olio extravergine d'oliva – grappa 1 cucchiaio – 2 cucchiaini di zucchero di canna – buccia di limone – sale -
fusilli gr. 250 - radicchio rosso di Treviso gr. 400 – provola affumicata delle Madonie gr 200– aglio – olio extravergine d'oliva – grappa 1 cucchiaio – 2 cucchiaini di zucchero di canna – buccia di limone – sale -
Tagliare
a julienne (non troppo sottile) il radicchio, farlo andare in padella
con 1 o 2 spicchi d'aglio, 2 cucchiai di olio e sale fino a che non
si ammorbidisce; quando comincia appena a rosolare aggiungere lo
zucchero, continuare a rosolare e poi sfumare con la grappa.
Grattugiare a filo la provola senza eliminare la buccia. Cuocere i
fusilli al dente, passarli nella padella con il radicchio, togliere
la padella dal fuoco condire con un paio di cucchiai di olio e i 2/3
della scamorza ed una grattatina di buccia di limone. Passare in una
pirofila appena unta, cospargere con il resto della scamorza. Fare
gratinare e servire dopo alcuni minuti.
Nota alla
ricetta
Nota alla
ricetta. La bontà
delle ricette risiede sempre nella qualità dei prodotti. La base di
tutte le pastasciutte, senza nulla togliere al burro buono che a
Palermo non si trova facilmente, è l'olio extravergine d'oliva. Ho
usato il DOP Valle del Belice prodotto nel comune di Poggioreale da
miei carissimi amici, l'aglio rosso di Nubia, i capperi di Pantelleria, la
provola delle Madonie. Se non
trovate il radicchio rosso di Treviso IGP potete usare un'altra
varietà verificatene il sapore e se necessario aumentate leggermente
la quantità di zucchero e sostituite l'olio aggiunto a crudo con del
burro fresco e buono, altrimenti meglio l'olio.
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